Se visiti il museo con bambini e bambine o cerchi semplicemente una guida breve ed essenziale, puoi trovarla qui.
La guida nasce dal progetto PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) Animiamo il museo dell’Istituto di Istruzione Superiore Machiavelli di Lucca, che nell’anno scolastico 2023-2024 ha visto la partecipazione di sei studentesse del Liceo Classico e la collaborazione del personale del Museo, nonché del dottor Riccardo Massagli, maestro di scuola primaria, pedagogista e storico dell'arte lucchese, e della dottoressa Elena Pontelli, ricercatrice della Scuola IMT Alti Studi Lucca.
La guida è pensata per alunni e alunne della classe quinta della scuola primaria, ma può essere un utile supporto per altri tipi di pubblico.
Per ogni sala puoi scegliere di leggere il testo o ascoltare il racconto direttamente dalla voce delle autrici cliccando sui link corrispondenti.
Buona visita!
SALA 1 - Gli Etruschi. La piana lucchese e il fiume Auser
Ascolta la spiegazione della sala a questo link.
Ciao! Oggi andremo alla scoperta di Lucca, ma non come la conosciamo oggi! No, vedremo invece com'era quasi 3000 anni fa.
Immagina di essere un abitante della piana di Lucca che viveva qui intorno al 750 a. C.: il materiale principale che hai a disposizione per realizzare gli oggetti che utilizzi quotidianamente è l'argilla, che lavori per creare la ceramica. Gli oggetti nelle vetrine sono i tuoi utensili di tutti i giorni per mangiare, bere, cucinare… e, per quanto semplici, sono abbelliti da decorazioni dipinte e incise, come "grechine" o motivi a corda.
Frammenti con motivi a corda
Frammenti con "grechine"
Poi impari anche a fare il bucchero, un’argilla nera ed elegante che si crea riducendo l'ossigeno presente nel forno durante la cottura.
Contenitori in bucchero
Detto ciò passiamo alla vetrina più grande. Cosa sono gli oggetti che vedi? Non ti sembrano simili a quelli osservati finora? In realtà sono grandi vasi utilizzati nel VI secolo a.C. come urne cinerarie, cioè contenitori che ospitavano le ceneri di un defunto o una defunta. Oltre alle ceneri all'interno vi era il corredo funerario, cioè l’insieme degli oggetti più cari alla persona defunta, deposti nella stessa sepoltura perché potesse portarli con sé nell'Aldilà.
Urna cineraria
Per concludere guarda in fondo a questa grande vetrina, riesci a capire cosa siano quelle pietre? E perché sono state messe lì?
Indizio: puoi aiutarti pensando ad un cimitero moderno; le pietre conficcate nel terreno si chiamano cippi e ci ricordano quegli oggetti che segnalano la presenza delle tombe. Sai come si chiamano?
Trovi la risposta in fondo a questa pagina!
Invito all'attività:
Pensa di dover fare un lungo viaggio o una lunga vacanza, hai un oggetto che ti porteresti dietro perché ti è molto caro? Se sì, racconta perché.
A cura di Anita Bruni
SALA 2 - Gli Etruschi. L'espansione degli insediamenti
Ascolta la spiegazione della sala a questo link.
Sai che è possibile ritrovare oggetti anche di 2.500 anni fa? Sembra incredibile, ma è vero. È proprio grazie a questi reperti che oggi possiamo capire molte cose del passato.
In questa sala trovi un vaso con una funzione molto particolare: questo oggetto è stato infatti utilizzato dagli antichi Etruschi come urna, cioè contenitore per le ceneri di un defunto o una defunta, all’interno di una tomba.
Cratere attico: vaso greco riutilizzato dagli Etruschi
Nelle vetrine accanto al vaso puoi osservare gli orecchini e gli altri gioielli d’oro e d’ambra che facevano parte del corredo della sepoltura.
Orecchini del corredo della sepoltura
Sappiamo che a realizzare il vaso sono stati gli antichi Greci. Perché si parla di Greci in Italia? Essi amavano spostarsi e l’Italia sembrava un posto fantastico dove abitare: la loro arte era così bella che le popolazioni locali pensarono di acquistare i loro prodotti, tra cui il nostro vaso.
Su questi oggetti venivano spesso raffigurate varie scene tratte dai loro miti: su questo, in particolare, è stato rappresentato il mito di Teseo e il Minotauro. Non conosci questo mito? Te lo racconto io: in un’isola greca, Creta, il re Minosse aveva fatto costruire un labirinto per rinchiudervi il Minotauro, un mostro pericolosissimo dalla testa di toro e il corpo di uomo. Teseo, figlio del re di Atene, decise di provare a sconfiggere il mostro. Una volta arrivato sull’isola incontrò Arianna, la figlia di Minosse, che si innamorò di lui e gli diede un gomitolo per ritrovare l’uscita del labirinto. Teseo entrò quindi nel labirinto, sconfisse il Minotauro e tornò indietro grazie al filo di Arianna. Quando Teseo, al termine dell'impresa, partì dall'isola, Arianna lo seguì.
E se la storia del Minotauro fosse finita diversamente? Prova a immaginare un finale alternativo.
A cura di Miriana Angeli
SALA 3A - Gli Etruschi. I nuovi insediamenti
Ascolta la spiegazione della sala a questo link.
Dopo un periodo di buio lungo cent'anni, arriviamo al III secolo a.C. Questo è un momento molto ricco per la piana di Lucca, che si conferma un’importante area di passaggio per i commerci, come dimostrano, ad esempio, i ritrovamenti di alcune monete d'argento.
Moneta proveniente da Pisa, all’epoca un importante porto etrusco
Nelle vetrine successive troviamo i resti di una tomba di Ponte a Moriano, un piccolo centro sulla strada che porta alla Garfagnana. Essa apparteneva ad un uomo di un'importante famiglia della zona, i Percna. Ma come facciamo a saperlo?
Se guardi con attenzione le ceramiche della terza vetrina, noterai alcune incisioni apparentemente incomprensibili: si tratta del nome dell’antico proprietario di questi vasi!
Vasellame con incisione della famiglia Percna
La lingua in cui sono scritte, l'etrusco, è ancora oggi in parte un mistero per gli studiosi: l’alfabeto infatti è simile a quello greco, ma purtroppo conosciamo ancora solo poche parole in lingua etrusca, perché la maggior parte dei testi rinvenuti è molto breve e comprende soprattutto nomi propri, come nel caso delle iscrizioni su questi vasi.
Alfabeto etrusco (da www.pianetabambini.it – CC BY 2.5)
Prova a comporre il tuo nome in etrusco! Nota bene: gli Etruschi scrivevano da destra a sinistra…
A cura di Giulia Del Vaglio
SALA 3B - I Liguri Apuani
Ascolta la spiegazione della sala a questo link.
Nella seconda metà del III secolo arrivano nella piana di Lucca i Liguri, una popolazione proveniente dal Nord Italia (un’area tra Liguria, Piemonte meridionale, Emilia occidentale).
La loro presenza è testimoniata principalmente dalle loro tombe, che possono essere distinte in due tipi, a seconda del materiale a disposizione.
Nel primo le ceneri del defunto sono poste in un contenitore di ceramica, racchiuso poi da lastre di pietra, creando così una "cassetta".
Tomba a cassetta
Nel secondo tipo di tomba il contenitore delle ceneri viene invece inserito in una grande anfora tagliata a metà e conficcata nel terreno.
Tomba ad anfora
In entrambi i casi i resti sono accompagnati da un corredo: bicchieri per la birra, fibule (fermagli di metallo per allacciare gli abiti), collane e punte di armi.
Corredi di sepolture
Agli inizi del II secolo a. C. i Liguri entrano in conflitto con i Romani, che li sconfiggono deportandoli (cioè trasferendoli in massa) nel Sannio, nell’Italia meridionale, e occupano la piana di Lucca.
A cura di Giulia Del Vaglio
SALA 3C - I Romani. La città romana
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Quella che vedi al centro di questa sala è un’ara sacrificale in marmo, cioè un altare utilizzato per i sacrifici animali.
Ara proveniente dalla zona dell’antico foro romano
Essa è parte della decorazione degli edifici che si trovavano nel foro, progettata nei primi anni dell’epoca augustea quando, dopo la morte di Giulio Cesare avvenuta nel 44 a.C., Ottaviano conquista gradualmente il potere che gli consentirà di porre fine alla repubblica e dare avvio all’impero romano.
L’opera è stata infatti ritrovata nell’attuale piazza San Michele, dove si trovava l’antico foro (cioè la piazza, cuore della città).
Piazza San Michele in Foro, parte dell'antico foro romano (foto di Kasa Fue – CC BY-SA 4.0)
Se osservi il monumento puoi vedere delle decorazioni, come festoni e teste di toro.
Lo sapevi che furono proprio i Romani a fondare la colonia di Lucca? Ebbene sì, nel 180 a.C.
La città romana però era molto più piccola di quella che vedi oggi. I Romani hanno fondato la colonia di Lucca sulle rive del fiume Serchio, in una posizione strategica che garantiva il controllo del territorio e assicurava il divertimento del popolo: la vicinanza al fiume consentiva infatti di riempire d’acqua, in occasione della messa in scena di battaglie navali, l’anfiteatro costruito appena fuori dalle antiche mura, dove oggi si trova Piazza Anfiteatro.
Piazza Anfiteatro Lucca (foto di Kasa Fue – CC BY-SA 4.0)
A cura di Sofia Mazzolini
SALA 4 - I Romani. Le abitazioni e la società
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In questa sala puoi notare a colpo d’occhio i frammenti di due pavimenti a mosaico appartenuti a due domus, le case degli antichi romani. Entrambi sono realizzati in cocciopesto (materiale ottenuto da mattoni ridotti in polvere) con decorazioni a tessere bianche e nere a comporre un motivo a scacchiera e con l’inserimento di piccoli fiori in uno dei due frammenti e di rombi bianchi nell’altro.
Le abitazioni romane si ispiravano a quelle etrusche ed erano di solito costruite intorno a un grande atrio in cui si trovava una vasca (impluvium) che serviva a raccogliere l’acqua piovana. Di fronte all’ingresso c’era la sala più importante (tablinum), dove si trovava il letto matrimoniale, mentre sul retro c’era un orto o un giardino.
Pavimenti a mosaico
Le pareti delle domus romane venivano decorate con intonaci dipinti, mosaici, affreschi o terrecotte, come quelle con foglie di vite, grappoli d’uva ed eroti in volo (figure simili ai nostri angioletti) ritrovate a Lucca in via Burlamacchi e che puoi ora osservare in questa sala, appese alla parete.
Terrecotte dalla domus di via Burlamacchi
A cura di Agnese Lunardi
SALA 5 - I Romani. Frammenti di età romana
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Come penso tu abbia notato, la cosa che salta più all’occhio in questa sala è ovviamente questo “dipinto” che troviamo sul pavimento: in realtà si tratta di un mosaico che risale al periodo romano. Ma che cosa è un mosaico?
Mosaico con Tritone e Nereide
È una tecnica usata fin dai tempi antichi per decorare pareti, soffitti e pavimenti, proprio come nel nostro caso. Si ottiene accostando piccole tessere colorate realizzate con frammenti di diversi materiali come marmo, rocce o pietre preziose.
Come puoi vedere, i protagonisti del nostro mosaico sono due esseri marini: Tritone e una Nereide. Il primo è una divinità marina con torso umano, corpo di cavallo e coda di pesce. L’altra figura è una delle Nereidi, ninfe figlie del dio marino Nereo, che accompagnavano il dio del mare Poseidone.
Particolare con Tritone e Nereide
A questo punto ti starai chiedendo da dove può mai provenire questo mosaico. Gli archeologi hanno scoperto che originariamente, molti secoli prima di arrivare a Lucca, si trovava a Roma, all’interno di un antico ambiente termale. Le terme sono spazi coperti e organizzati in stanze in cui svolgere attività legate all’acqua: lavarsi, rilassarsi, curarsi ecc.
Secondo te, come mai adesso il mosaico si trova in questo museo?
È tutto merito di una principessa della famiglia Massimo, che nell’Ottocento, dopo il suo ritrovamento durante uno scavo archeologico in una delle proprietà romane della famiglia, decise di donarlo al Duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone.
A cura di Gemma Gaggini
Risposta al quesito della Sala 1: lapidi